La giusta quantità
Piramide ayurvedica alimentare |
Siamo arrivati direttamente dalla fine degli anni novanta, in piena abbondanza, con il pensiero che “tanto” era indice di benessere e salute e ci siamo affacciati poi al nuovo millennio con una valigia carica di zuccheri, pasti ipercalorici da fast food o cibi pronti carichi di sali e conservanti. Abbiamo distrutto le buone abitudini alimentari anche legate alle nostre terre ed alla tradizione per sottostare alla supremazia delle aziende produttrici che ci hanno convinti di quanto alcuni cibi erano fondamentali. Ora ci nutriamo con pasti fugaci che spesso irritano il nostro intestino ed alimentiamo i bambini a ritmo di merendine, bibite gassate e zuccherate ai pasti delegando poi ad un’ora di sport a settimana il compito di rimettere a posto le cose, niente di più sbagliato!
Se c’è un concetto ricorrente nell’Ayurveda è “moderazione” o “giusta quantità”, due definizioni che mi hanno colpito molto perchè nella loro semplicità racchiudevano dei cambiamenti profondi. Si dice infatti che anche un’alimento di per se stesso non salutare può essere assunto se con moderazione, senza che diventi una pietanza onnipresente quindi non abituale e che i pasti devono essere consumati nella giusta dose, ma qual’è questa quantità corretta? Secoli fa, ad esempio, quando gli inverni erano indubbiamente più rigidi ed i lavori più duri, vi era una richiesta del corpo di maggior immissione di “carburante”, un pò come succede per gli uccelli che si preparano alle migrazioni, mangiano molto per ispessire lo strato di grasso che dovrà proteggerli lungo il tragitto che li porterà al caldo. Ma oggi, che il clima è cambiato e gli inverni non sono più cosi freddi ed il lavoro dei campi è stato barattato con il sedentario lavoro d’ufficio questa necessità di pietanze molto pesanti e grasse è inutile, soprattutto per determinate costituzioni. Immaginate un individuo Kapha, che già racchiude in se la pesantezza della terra e dell’acqua, alimentato a polenta, nulla di più sbagliato. E’ quindi per ognuno di noi necessario anzitutto stabilire la propria costituzione ed il conseguente regime alimentare da seguire in ogni stagione, questo per evitare un sovraffaticamnto dell’organismo che equivale ad una produzione elevata di tossine (Ama) sempre più difficili da smaltire, che daranno poi vita alla malattia.
Nel Sutrasthana della Charaka Samhita, nel capitolo “La dose del cibo”, l’autore recita semplicemente: “Bisognerebbe mangiare la quantità (giusta) di cibo. Questa va stabilita in base alla forza del fuoco digestivo. La quantità di cibo che quando assunta viene digerita in tempo ragionevole senza disturbare lo stato normale va considerata quella opportuna” 1
Dunque l’obesità vista in termini ayurvedici è MedavRddhi (Meda significa grasso o adipe e vRddhi significa crescita).
Potete già da ora mettere in atto alcuni piccoli cambiamenti, in ogni pasto cercate di consumare solo un carboidrato alla volta, rinunciando al trittico pane pasta e patate ad esempio! Prediligete delle verdure a foglia come bieta, spinaci, cavolo rosso o cicoria. Preparate dei centrifugati di frutta o frutta fresca piuttosto che acquistare succhi pronti ed evitate bevande fredde e caffeina subito dopo i pasti.
Nelle ricette favorite l’uso di fieno greco, coriandolo, cumino, pepe nero, zenzero secco, aglio per cucinare. Evitate il pane bianco, prediligendo quello integrale, così come al bando i cibi oleosi o fritti, l’eccesso di zucchero e di sale.
Non è difficile, basta introdurre un piccolo cambiamento al giorno e noterete la differenza.
Riferimenti
1. Il filo degli insegnamenti – Traduzione integrale del Sutrasthana della Charaka Samhita del Dott. Ernesto Iannaccone
2. trattamento dell’obesità a cura della Chakrapani Ayurvedic Clinic